martedì 10 giugno 2008

Il Vangelo di Lunedì 09 Giugno 2008

Ebbene sì: in questo Blog è dedicato anche uno spazio al Vangelo del Giorno. Questo non vuole essere un segnale di chiusura o di bigottagine, ma solo l'intenzione di avere, in questo mio spazio, una parte rivolta alla spiritualità, che credo essenziale per la vita di ognuno di noi!



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 5,1-12

Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:

«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
»

Commento al Vangelo di:

Isacco della Stella (? - circa 1171), monaco cistercense
Discorso 1, per la festa di Ogni Santi ; SC 130, 93

« Beati i poveri in spirito »


Tutti gli uomini, nessuno escluso, desiderano la felicità, la beatitudine. Ma hanno di essa delle idee differenti: per l'uno, essa consiste nella voluttà dei sensi e nella dolcezza della vita; per l'altro, nella virtù; per un altro ancora, nella conoscenza della verità. Per cui colui che ammaestra tutti gli uomini... comincia col ricondurre coloro che si smarriscono, dirige coloro che sono sulla strada, accoglie coloro che bussano alla porta...
Colui che è «la Via, la Verità e la Vita» (Gv 14,6) riconduce, dirige, accoglie e comincia con questa parola: «Beati i poveri in spirito».


La saggezza sbagliata di questo mondo, che è proprio follia (1 Cor 3,19), si pronuncia senza capire quello che afferma; dichiara beati «gli stranieri la cui bocca dice menzogne, e alzando la destra giurano il falso» (Sal 143,7) perché i loro «granai sono pieni, traboccano di frutti d'ogni specie, sono a migliaia i loro greggi» (Sal 143,13).
Eppure tutte le loro ricchezze sono incerte, la loro pace non è pace (Ger 6,14), la loro gioia è effimera. Al contrario, la Sapienza di Dio, il Figlio per natura, la destra del Padre, la bocca che proferisce la verità, proclama beati i poveri, destinati ad essere dei re, re del Regno eterno.
Sembra dire:

«Voi cercate la beatitudine, ma non è dove la state cercando; correte, ma fuori strada. Ecco la strada che conduce alla felicità: la povertà volontaria per causa mia, questa è la strada. Il Regno dei cieli è in me, ecco la beatitudine. Correte molto, ma correte male; quanto più andate velocemente, tanto più vi allontanate dal termine...»


Non temiamo, fratelli. Siamo poveri; ascoltiamo il Povero raccomandare ai poveri la povertà. Possiamo fidarci della sua esperienza. Povero è nato, povero ha vissuto, povero è morto. Non ha voluto arricchirsi; sì, ha accettato di morire.
Crediamo dunque la Verità che ci indica la strada della vita. È ardua, ma è corta; la beatitudine invece è eterna. La via è stretta ma conduce alla vita (Mt 7,14).

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